Quello che abbiamo visto ieri è, senza dubbio, la più grande bull trap (trappola rialzista) dell’anno. In meno di 3 ore, l’S&P 500 ha cancellato un rally del +4,5%, bruciando circa 2.300 miliardi di dollari di capitalizzazione.
Le bull trap sono un segnale da manuale: un inganno tipico dei mercati ribassisti. Si sale in fretta su false speranze… e si precipita subito dopo.
Una giornata iniziata in verde acceso
La giornata è cominciata con un mercato tutto verde: il classico entusiasmo mattutino ha spinto l’S&P 500 verso quota 5300, ben 450 punti sopra i minimi di ieri.
Sembrava una ripresa. Ma non aveva senso.
Il contesto macro — soprattutto la guerra commerciale — stava peggiorando, eppure i prezzi salivano. Un segnale d’allarme.
Tutto è cominciato Lunedi 7 Aprile, quando hanno iniziato a circolare rumors su una possibile sospensione di 90 giorni dei dazi.
Anche dopo che la Casa Bianca ha definito il tutto come "fake news", l’S&P 500 ha comunque chiuso la giornata 230 punti sopra i minimi.
Ancora una volta: non aveva senso. Anche perché proprio ieri è arrivata la notizia più pesante finora:
Trump ha annunciato un nuovo dazio del 50% contro la Cina, da applicare se Pechino non cancella il suo dazio del 34% entro ieri, 8 aprile.
Nella notte, la Cina ha risposto: "combatteremo fino alla fine". Pechino ha promesso contromisure per difendere i propri interessi.
Tradotto: gli Stati Uniti sono ora pronti ad applicare dazi per un totale del 104% (20% + 34% + 50%).
È la più grave escalation commerciale vista finora.
Un’ora dopo l’inizio del calo, è arrivata la notizia definitiva:
I dazi del 104% sono già entrati in vigore, con effetto immediato dalle 12:01 AM ET.
Da lì, la bull trap ha fatto il suo lavoro: in poche ore, l’S&P 500 è passato da +4,5% a -2,0%. Un vero e proprio tonfo in diretta.
E poi è arrivato il colpo di scena:
La Casa Bianca ha dichiarato che Apple può produrre interamente gli iPhone negli USA.
Secondo stime prudenti, questo triplicherebbe il costo di un iPhone.
La conferma, se ce n’era bisogno, che l’Amministrazione Trump è totalmente immersa in questa guerra commerciale, senza intenzione di fare passi indietro.
Poco prima del crollo, i piccoli investitori erano tornati in massa a comprare azioni.
Il volume di scambi di lunedì ha toccato un nuovo record: 29 miliardi di azioni scambiate in un solo giorno sulle Borse USA.
La trappola si è chiusa in meno di 5 ore, con 2.500 miliardi di capitalizzazione andati in fumo.
Ma la cosa più inquietante è questa:
Tutti gli asset stanno crollando insieme.
Azioni, oro, obbligazioni, petrolio—tutto in rosso.
Situazioni del genere sono rarissime. Vuol dire solo una cosa: tutti vogliono cash. Ma molti sono intrappolati.
E infine, il peggior scenario possibile
Negli ultimi cinque giorni, i rendimenti dei Treasury sono saliti del +10%, mentre l’S&P 500 è sceso del -10%.
Il rendimento del titolo a 10 anni è salito di +55 punti base in appena 48 ore.
In pratica: abbiamo tassi più alti, ma le azioni stanno prezzando una recessione.
Qualcosa si è rotto questa settimana.
E quando i mercati smettono di rispondere alla logica, il rischio diventa esplosivo.
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